Persepolis è uno dei fumetti più belli che mi è capitato di leggere negli ultimi mesi. In due sere ho letto tutti e due i volumi. Si tratta di un’autobiografia. E’ la vita di Marjane Satrapi che si intreccia con le vicende politiche e sociali della sua Persia, oggi Iran. In un colpo solo si conosce una persona eccezionale ed un paese lontano eppure così vicino |
Quando si scrive di una cosa così bella si cercano sempre le parole per colpire il lettore ed invogliarlo ad intraprendere la stessa lettura. Per uscire dagli schemi inizierò dicendo che i disegni, in B/N, non sono un gran che.
Sono decisamente troppo piatti, regolari, quasi staccati tra loro. Hanno comunque una grossa forza espressiva, Marjane riesce ad andare subito al dunque con una sola vignetta.
I dialoghi sono appena abbozzati. Godibilissimi i suoi incontri con Dio.
La vera forza sono le didascalie, Marjane che spiega al lettore il suo mondo, la sua coscienza e la sua vita.
Sono davvero tante le cose che ho imparato. Si inizia con la storia dell’Iran, l’erede dell’impero Persiano che, quando ha provato a nazionalizzare il petrolio, ha subito la sorte di chi ostacola le grandi potenze occidentali, Inghilterra prima e Stati uniti oggi.
E le notizie di questi giorni, in cui si vede chiaramente come George W. ha già deciso di bombardare, mettono davvero tristezza.
A male si aggiunge il male, con l’intolleranza ed anche la stupidità di un regime religioso similtalebano che vieta anche le libertà più elementari.
Marjane mostra anche come ci si ribelli a questa idiozia nel privato delle case, ma che anche le ribellioni in realtà siano solo di facciata. La mentalità resta davvero arretrata.
Forse ancora più drammatico è il racconto del suo periodo vienense, quando i genitori l’hanno allontanata dall’Iran, perché con il suo carattere sincero ed impulsivo avrebbe certamente finito per mettersi nei guai con l’inquisizione iraniana.
Da europeo mi vergogno un po’ di come Marjane non sia stata accolta.
Ho scritto anche troppo. La smetto qui.
Ringrazio Silvia per avermi prestao i volumi e per avermi costretto a leggerli.