Il mio primo racconto! Grazie a Michele Scarpone potete leggerne anche la versione a fumetti. |
Angeli
Ogni tanto capita che qualcuno mi chieda perché vado sempre e solo in bicicletta. E’ sempre la stessa storia! Non mi crede nessuno. Non potete immaginare quanto sia frustrante, non perché non mi credono, figurati! E’ soltanto che è una storia piuttosto faticosa da raccontare.
Già dalla seconda battuta stupisco il mio interlocutore:
– Sei proprio sicuro di volerlo sentire?
– Sì certo!
– Ok! Però non te la posso raccontare qui!
– E perché non qui?
– Lo capirai alla fine della storia, dai, fammi salire sulla tua moto!
– E dove andiamo?
– In campagna, naturalmente!
– Ah! Il solito amante della natura!
– Si, si, ma ora accelera che non ho tutto il pomeriggio.
Un quarto d’ora dopo arriviamo sotto un albero e dico:
– Qui va bene!
– Ora spiegami perché mi hai fatto fare tutta questa strada, la benzina costa!
Stavo passando in moto proprio da queste parti, insieme a Claudia, quando il motore della moto ha iniziato a starnutire, come se vi avessero messo la SevenUp al posto della benzina. Tu sai che di motori non ne capisco niente. Ho provato a dare un occhiata alla candela, ma dopo pochi tentativi mi sono deciso a trascinare la moto fino a casa. Mi rodeva più per la figuraccia con Claudia che per la lunga passeggiata ma che potevo farci?
Ci eravamo appena messi in marcia quando ho sentito due voci ansanti che dicevano:
– Ci è andata bene! Li abbiamo ripresi!
– Si deve essere rotta la moto.
– Che fortuna, non ne potevo più, ho i crampi alle ali!
– Si vede che non sei allenata! Io quello li lo devo seguire tutti i giorni! Ore e ore di moto, si vede che non ha niente da fare! Quando è solo, a volte, riesco a sedermi dietro di lui, ma devo stare attento a non toccarlo, non è mica facile!
Guardai Claudia e capii che lei non udiva le voci degli angeli custodi. Chissà perché l’incantesimo che rendeva le loro voci mute per noi uomini, quel giorno, solo su di me, non funzionava.
Claudia scambiò la mia occhiata per qualcos’altro e mi disse:
– Certo, Michele, che questo è un posto molto romantico!
La sua voce era dolce quasi come quella degli angeli. Stavo per rispondere con una di quelle mie famose frasi che sciolgono il cuore alle donne… Ti ho mai raccontato di quando ho incontrato Anna Falchi? No? Te lo racconto un’altra volta, il mio angelo sta per tornare e non voglio sappia che si è fatto scoprire, è così permaloso!
Proprio in quel momento però gli angeli ripresero a parlare, e io volevo sentire, così dissi senza tanti complimenti:
– Scusami Claudia, ma questo catorcio pesa come un macigno, sono stanchissimo e mi manca anche fiato per camminare, figurati per parlare! Ascoltiamo un po’ il silenzio!
Intanto lei aveva ripreso a parlare:
– Ti lamenti troppo, proprio come il tuo protetto! Sai cosa è capitato ad Asrial?
– No, dimmi!
– La sua protetta se ne è andata un mese in vacanza a New York City…
– E le ha lasciato la casa tutta per lei?
– Spiritoso! Si è dovuta fare una traversata oceanica con la sola forza delle sue ali! E sembra pure che fosse una bellissima giornata!
– Che centra la bella giornata?
– Neanche una nuvoletta su cui riposarsi un attimo!
Trattenni a stento un sorriso.
Claudia lo vide, ma non mi venne in mente di farle capire che non ridevo di lei, ero troppo preso dalla conversazione dei nostri angeli custodi, e poi cosa le potevo dire? “Scusami ci sono due angeli che si stanno raccontando delle facezie”?
Intanto gli angeli continuavano:
– Bei tempi quelli in cui l’oceano si attraversava in nave! Due mesi di riposo!
– Hai ragione. Sai cosa ti dico? La tecnologia ci sta proprio rovinando! Le scale di corsa quando l’ascensore è pieno, le moto, gli aerei… a proposito sai cosa è successo a Igor?
– Ho sentito qualcosa ma niente di preciso…
– Il suo protetto si è messo a guardare un film porno e lui, anziché lavorare sui sensi di colpa, è stato a guardare!
– Dai?!?
– Si! E pare gli sia piaciuto!
– Non ci posso credere! Adesso?
– I cornetti e la coda gli donano, ma quelle ali rinsecchite da pipistrello sono un vero disastro!
– Poverino, che tempi per noi angeli!
Tornati in città Claudia mi ha lasciato. Io però mi sentivo un po’ in colpa verso il mio angelo così ho venduto la moto e con i soldi ho comprato la mia mountain bike. Ora cerco di evitare gli ascensori troppo affollati e le macchine in cui siano occupati più di due posti, gli aerei e le videoteche (ti sentiresti tranquillo tu, con un diavolo custode?).
– Sì, bella storia! Certo che ne hai di fantasia. Si è fatto tardi! Devo andare! Ciao!
– Aspetta!
Ve lo avevo detto che era faticoso raccontarla: ora mi tocca tornare a piedi!
Per fortuna sento già il respiro affannoso del mio angelo che arriva, mi farà un po’ di compagnia per strada! Sai, da quando il mio angelo sta meglio, anche il mio cuore sembra rinato! In fondo gli angeli e le anime sono simili, no?
Comunque la prossima volta la storia non la racconto!
Michele