Premetto che sono un proporzionalista, ma se qualche anno fa ero certo delle mie idee oggi mi pongo davvero tante domande e vedo con chiarezza tanti errori.
Certezze invece, nessuna!
Prima di tutto devo dire che nessuno a destra mi ha saputo spiegare come verrà fatta la nuova legge elettorale e perché era necessario cambiare quella attuale, a quale esigenza risponde questa riforma.
Ammetto che non mi sono impegnato più di tanto per cercare, ma ho trovato solo polemiche e nessun dato concreto.
Dicevo che sono un proporzionalista, perché credo che tutte le idee debbano essere rappresentate in parlamento. Lo sbarramento invece ne blocca alcune. Questo non mi piace, anche se la frammentazione è un pericolo, credo che sia giusto che tutti siano rappresentati.
Proposta: se un partitino, pur non raggiungendo la soglia minima riesce a comquistare comunque alcuni seggi, non li perde tutti, ma ne conserva almeno uno.
Non mi è chiaro invece se rimangono i collegi uninominali. Se, come credo, verranno aboliti, sarebbe un peccato.
Dopo la loro istituzione li abbiamo usati malissimo. Ricordo i famosi paracadutati delle prime elezioni. Mi sembra che a Senigallia fosse eletto un senatore calabrese… assurdo.
Ora non è più così, abbiamo almeno candidati locali, che possono essere davvero un legame tra il territorio e il parlamento.
C’è ancora tanta strada da fare. I nostri parlamentari non sono consapevoli di questo ruolo, ma ci si può arrivare presto.
Con il mio giornale cerchèrò di fare la mia parte.
E qui, finalmente, inizio a parlare di primarie. Il Centro sinistra le ha fatte per incoronare Romano Prodi alla guida della coalizione. (Parlo al passato, tanto non ci saranno sorprese). Ma non era più opportuno farle per scegliere i candidati del collegio?
Sarebbe bellissimo fare le primarie delle valli del Misa, Nevola e Cesano per scegliere il nostro candidato alla Camera e aggiungere la valle del Metauro per sceglier il nostro candidato al Senato.
Occasione persa. Purtroppo era anche l’ultima che avevamo a disposizione.